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giovedì 11 dicembre 2014

Cosa vedere a Gerace (RC)

Gerace: Informazioni utili su cosa visitare, attrattive, monumenti, chiese


TEMPLARI FEDERICIANI
CHIESA DI SAN FRANCESCO A GERACE (RC) - MOMENTO SOLENNE PER IL II° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEI TEMPLARI FEDERICIANI.




Castello Normanno - Gerace



Ai piedi della rupe si incontra il Borgo, nucleo di edifici che si estendono fuori delle mura cittadine.
In questo borgo vivono e lavorano ancora oggi , contadini ed artigiani della terracotta. Questi artigiani lavorano in grotte scavate nel tufo continuando una tradizione artigiana molto fiorente nei secoli XVI e XVII.
Proprio al centro di questo Borgo c’è la chiesa di S. Maria del Mastro dell’XI secolo con tipica architettura bizantina ma con una facciata seicentesca.
Poco più in alto c’è il Borghetto, dove possiamo ammirare, a mo di schiera, molte case medievali a volte sorrette da archi di pietra.
Passando, poi, per delle viuzze strette e suggestive si arriva alla Città Alta, la cosiddetta parte nobile della città, situata proprio sulla cima pianeggiante della rupe. Proprio in questa zona possiamo ammirare laPiazza del Tocco dove si facevano delle adunanze pubbliche; proprio su questa piazza si affacciano i palazzi più importanti della nobiltà di Gerace.
Su una terrazza a belvedere possiamo ammirare i resti di una chiesa detta della Nunziatellasemplice architettura Bizantina del IX secolo.
Sempre nella zona possiamo ammirare l’oratorio dell’Addolorata in stile barocco.
Si sale poi per la piazza della Tribuna dove si possono ammirare le absidi della Cattedrale.
La Cattedrale dedicata all’Assunta è sta consacrata la prima volta nel 1045 e poi nel 1222 probabilmente alla presenza di Federico II di Svevia. E’ in assoluto la più grande chiesa della Calabria e una delle più importanti.
Conserva le linee pure delle cattedrali normanne anche con impianto bizantino, si possono innanzi tutto vedere nel transetto sporgente e nella disposizione delle absidi semicircolari.
L’interno della Chiesa si presenta come un ambiente basilicale. Colonne con fusti e capitelli antichi provengono indubbiamente dai resti di Locri.
Nel transetto destro sulla parete è murato il sarcofago di Giovanni e Battista Caracciolo, conti di Gerace (1574-91). In fondo alla navata destra possiamo ammirare la cappella del 1431 del SS. Sacramento.
Del ‘500 è invece il grande tabernacolo a forma di tempio. L’altare maggiore è invece opera di maestranze siciliane in marmi policromi. Merita anche un' attenzione particolare il rilievo raffigurante l’Incredulità di S. Tommaso risalente al 1547.
Dal transetto nella parte sinistra si scende alla cripta, nucleo più antico della cattedrale, dell’VIII secolo con pianta a croce greca e sostenuta da 26 colonne provenienti da ville romane e templi greci.
Nucleo della chiesa inferiore è la cappella della Madonna dell’Itria, piccolo ambiente del 1261. La cappella è decorata con marmi policromi del 1613. Si notino poi i pavimenti con maioliche di Geracedel XVIII secolo e la cancellata in ferro battuto del 1699 realizzata senza nessuna saldatura da artigiani serresi.
La cappella di S. Giuseppe, poi, accoglie il primo nucleo del Museo Diocesano, dove vengono custodite le maggiori opere sacre della Cattedrale e di altre chiese di Gerace.
Il pezzo più antico è la piccola Croce Reliquiario proveniente da Gerusalemme e probabilmente del XII secolo. Oltre alla croce possiamo ammirare anche un Pastorale del settecento di argentieri meridionali, anche una statua dell’Assunta in argento realizzata a Napoli e risalente al XVIII secolo.
Prezioso è anche l’ottocentesco Ostensorio in argento dorato e pietre dure. S. Francesco d ’Assisi poco distante dalla Cattedrale incontriamo una piazza dove si trovano tre chiese tra cui la più importante e significativa è quella di S. Francesco D’Assisi; un tempo era parte di un convento francescano, danneggiato dal terremoto del 1783 fu adibito in seguito a carcere.
La chiesa risale al 1252 di linee neogotiche con un portale con decorazioni arabo-normanne. All’interno c’èun maestoso altare barocco (1644); alle spalle c’è il sarcofago di Nicola Ruffo (1372).
Nella stessa piazza quindi, oltre all’ottocentesca chiesa del Sacro Cuore, con un meraviglioso pavimento in maiolica, c’è la Chiesa di S. Giovannello, un piccolo edificio che risale al X-XI secolo.
Al suo interno c’è un pozzo che anticamente serviva, sicuramente, come fonte battesimale.
Del Castello si possono ammirare solo i pochi resti che consistono in un torrione cilindrico, tratti di mura e qualche rudere sparso. Un tempo era collegato con la città da un ponte levatoio. Era un rifugio per la popolazione in caso di pericolo nella città. Fu costruito nel periodo normanno (1057-1060) ma poi rifatto nei secoli XIII-XIV e poi rimaneggiato ancora nel ‘500.
Dalla rupe si può vedere il mare oltre ad un vastissimo panorama. Distanti solo qualche chilometro ci sono le Terme di Antonimina con acque salso-iodiche, conosciute già dai greci, grazie alle loro qualità curative
 

 
                          Duomo - Gerace
 

giovedì 27 novembre 2014

TEMPLARI FEDERICIANI - IL TESTAMENTO VOL. 1

TEMPLARI FEDERICIANI
" IL TESTAMENTO VOL. 1 "
CIO' CHE ABBIAMO FATTO IN SILENZIO . INIZIAMO A SCRIVERLO. 
VI ASPETTIAMO IL 7 DICEMBRE A GERACE (RC) .
NOI SIAMO STORIA !
IL 7 DICEMBRE A GERACE (RC) E A MACCIO' ALAGOAS IN BRASILE FESTEGGEREMO IL II° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA CONFRATERNITA CRISTIANA TEMPLARE FEDERICIANA E IL I° ANNO DELLA FONDAZIONE DELLA CONGREGAZIONE FEDERICIANA E DELLE LEGIONI.



mercoledì 26 novembre 2014

Savoca (Messina)

 


  • Savoca_Quartiere_San_Rocco
  • Savoca_San_Nicolo
  • Savoca
  • Savoca Pentefur_e_Chiesa_Madre
  • Savoca Via_San_Michele
Italia Bella a cura di Massimo Tommasini -
 
Scendendo lungo la strada che costeggia il mare, lungo il lato orientale della Sicilia, quasi a metà strada tra Messina e Taormina, guardando sulla destra si vede una collina con due punte ed un gruppo di case in mezzo; quel borgo è Savoca, conosciuto come “il paese dalle sette facce”.
 
Inserito da alcuni anni nell’elenco dei borghi più belli d’Italia, Savoca, comune di poco meno di 1900 abitanti, è un “paese diffuso”, composto da un centro storico di origini medioevali con un centinaio di abitanti solamente e tante frazioni sparse nel suo piccolissimo territorio, alcune delle quali più o meno spopolate e abbandonate.
 
Al borgo ed ai suoi abitanti è stato affibbiato l’epiteto di paese dalle sette facce fin da tempi remoti, in forza del paesaggio che lo circonda, che cambia e si modifica armoniosamente, con punti panoramici dai quali si vedono il fiume, il ruscello, la collina, 
il bosco e la roccia delle montagne e colline circostanti.
 
Savoca-
 
Savoca, che in origine si chiamava Pentefur, ha origini antiche, probabilmente risalenti ai fenici, così come pare che il colle su cui sorge sia stato sede di insediamenti umani a partire dall'età preistorica e fino alla tarda età romana; dopo la caduta dell’Impero romano, la cittadina venne colonizzata dai bizantini, che ne fecero un loro dominio fortificato, erigendovi una rocca che, negli ultimi due secoli del primo millennio, finì in mano saracena.
 
Questi ultimi la ribattezzarono “rocca del sambuco”, dal nome della pianta che vi cresceva spontanea tutt’attorno; nei due secoli della dominazione araba Savoca ebbe un notevole sviluppo economico, sociale e urbanistico; i saraceni introdussero sulle colline attorno al paese nuove coltivazioni di agrumi, albicocche, canna da zucchero, ortaggi e incentivando mestieri artigianali come la tintoria.
 
In capo al nuovo millennio la città del sambuco venne conquistata dai normanni, i quali dotarono la città con una cinta muraria con due porte d'accesso, di cui una tuttora esistente; successivamente, affidata in feudo agli “Archimandriti” di Messina, vi edificarono la cattedrale della Madonna Assunta, strutturalmente modificata nel 1400, e le chiese di San Michele e San Nicolò.
 
Verso la metà del secondo millennio il borgo, dopo decenni di lotte per il potere e di infruttuosi assalti da parte di pirati saraceni, tornò ad essere un centro rinomato e potente grazie al trasferimento di alcune famiglie messinesi della nobiltà e dell'alta borghesia, che realizzarono nuovi quartieri fuori dalle mura.

Oltre all'agricoltura ed all’industria della seta, furono sviluppati i settori della pesca, dell'artigianato e dell'estrazione mineraria di marmo, piombo, ferro e antimonio; nei secoli successivi Savoca avrà periodi alti e bassi, fino all’abolizione dell’età feudale ed al successivo periodo borbonico, del quale seguirà le sorti fino all’Unità d’Italia.
 
Nel corso dei secoli la cittadina si allargherà, facendo nascere nuovi quartieri accanto a quelli storici:Sant’Antonio, fuori le mura, parzialmente distrutto da una frana a fine ‘800; San Giovanni, con numerose abitazioni settecentesche; San Rocco, la zona dei pescatori e Pentefur, l’antico abitato e centro storico cittadino, borgo medioevale cui si accede dalla porta trecentesca della città, costituita da un arco a sesto acuto in pietra locale.

E ancora il quartiere Borgo, cuore nevralgico del centro storico moderno, Cappuccini, sorto attorno al convento seicentesco e San Michele, nei pressi della chiesa omonima all’interno della cinta muraria.

All’interno del piccolo borgo si trovano i resti dell’antico Municipio e del Palazzo Archimandritale; la duecentesca Chiesa di San Michele, con due portali in stile gotico-siculo con archi in pietra arenaria al cui interno, sono custodite diverse opere d’arte, tombe gentilizie e vari affreschi.

Del millenario Palazzo Archimandritale, il castello trapezoidale di Pentefur, cioè, che domina la sottostante vallata, rimangono solamente tratti della cinta muraria e delle cisterne.
 
Savoca_San_Nicolo-

Poco distante c’è la chiesa di Santa Lucia, un tempo San Nicolò, anch’essa duecentesca, costruita su uno spuntone di roccia proteso sul vuoto; San Nicolò ha l’aspetto di una fortezza che domina la sottostante vallata più che di un luogo di culto; è stata anche set cinematografico di un episodio del Padrino.

Il più importante monumento di Savoca è la Chiesa Madre, che risale al XII secolo, al periodo normanno e sede degli Archimandriti; da qui si accede alle catacombe, dove fino a fine ‘800 si mummificavano i cadaveri, secondo l’usanza egiziana; diverse le mummie di notabili locali, nobili e abati vestiti con abiti ottocenteschi, conservati nelle nicchie della cripta dell’attiguo Convento dei Cappuccini, che sorge a breve distanza da un’abitazione cinquecentesca con finestra a bifora.

I piccolo borgo ha stretti e tortuosi vicoli lastricati con blocchi di basalto di pietra lavica, case restaurate con i tetti coperti da coppi siciliani, i portali e le finestre in pietra locale; lungo le vie del centro storico, intorno al castello, si snoda una circonvallazione, che sale panoramicamente fino al 
“Pizzo di Cucco” da dove si può osservare Savoca dall'alto.
 
Un’altra particolarità di Savoca è il monte Calvario, sul quale si trova la chiesa dedicata alla "Beata Vergine dei sette dolori e della Santa Croce", cui si giunge seguendo il percorso della Via Crucis le cui stazioni sono parzialmente scavate nella roccia.
 
Nei dintorni del borgo e delle varie frazioni disseminate per il territorio circostante vi è una campagna ricca di agrumeti, vigneti, uliveti, frutteti, fra i quali spiccano masserie e allevamenti di suini, bovini e ovini; ovunque insiste la tipica macchia mediterranea, in particolare nella Pineta di Savoca, ricca di sorgenti naturali, percorsi pedonali itinerari di trekking e aree attrezzate per fare picnic, anche perché Savoca, la cui economia è sempre stata legata prevalentemente all’agricoltura, sta oggi cercando di puntare sul turismo culturale e naturalistico.
 
Savoca-Pentefur_e_Chiesa_Madre-
 
In quest’ottica si inserisce anche la gastronomia di Savoca, che si richiama alle tradizioni rurali e a quelle della cucina siciliana e messinese in particolare; i piatti tipici del territorio di Savoca sono “U piscistoccu a’ ghiotta”, stoccafisso essiccato, cucinato con abbondante olio extra vergine d'oliva, concentrato dipomodoro, olive bianche e nere, capperi, peperoncino, patate, sedano, e “A carni i’ crastu ‘nfurnata”, carne di pecora o castrato cotta al forno, un piatto di origine greca, sconosciuto in altre parti dell’isola, importato in zona dai coloni greci che qui giunsero più di 2600 anni fa.
 
E ancora troviamo “U Pani cunzatu”, cioè pane casareccio locale cotto nel forno a legna e condito con olio extra vergine d'oliva locale, sale, peperoncino oppure conserve sottolio di prodotti locali oppure “a cuzzola”, una pasta fresca a lievitazione naturale, fritta in olio di oliva e arrostita sul carbone.

Chi arriva a Savoca non può andar via senza aver assaggiatio “A Granita ca' zzuccarata”; si tratta della classica granita siciliana al limone, ma che solo nel “paese dalle sette facce” viene servita con lazzuccarata, un biscotto locale molto croccante condito con semi di sesamo.

sabato 22 novembre 2014

Ignazio De Blasi (Pittore Poeta Cantastorie)

L'arte e l'artigianato creativo è stato la nostra forza vitale da sempre. Tutto dipende da noi se darle la giusta linfa o farlo morire attraverso la sensibilità che manifestiamo. - Ignazio De Blasi

 Ignazio De Blasi
                                                             (Pittore Poeta Cantastorie)
                                 
 http://www.rivistailcantastorie.it/ignazio-de-blasi/

 

giovedì 20 novembre 2014

Sacro Regno Federiciano



Linea guida di un progetto culturale, morale, etico , economico, alla base del Progetto Sacro Regno Federiciano a cura del prof Domenico Lancianese, Principe di Valleroja vicario Imperiale Reggente del Sacro Regno di Sicilia e del Sacro Regno di Leuca.
Prof.  Domenico Lancianese, storico della Fondazione Federico II di Jesi e saggista, scrittore , collabora presso l'università di Urbino, già General manager di un gruppo bancario leader nel mondo.Ambasciatore presso la santa Sede.


martedì 18 novembre 2014

Nasce in Calabria la Legione “Templarii Culturae Federiciana Pacis ed Disciplina”


E' nata la Legione "Templarii Culturae Federiciana Pacis ed Disciplina". Responsabile per la Calabria l'Avv. Filomena Falsetta.
"La Legione – dichiara Falsetta -, è rivolta al mondo degli Avvocati, dei Notai, dei Giuristi, dei Cultori e degli Storici del Diritto, nonchè dei laureati in Scienze Giuridiche o in materie equipollenti, e ha l'obiettivo di vestirli dei propri abiti intellettuali con la mano secolare della "cultura federiciana", che da sempre si contraddistingue per un connubio di originalità, progressismo, tolleranza e apertura, e al cui tatto non si può non essere sensibili.
Ognuno di noi – continua -, in ossequio ai canoni di quella stessa cultura, che sono espressione di una perfetta continuità con la tradizione giuridico-cristiana, è dunque chiamato alla correalizzazione di una categoria professionale diligente, pacifica e preparata, tanto da divenire capace, un giorno, di aggiungere alle forme dello "Stato di diritto" la corporeità dello "Stato sociale", al fine di ricomporre in maniera unitaria il nostro sistema giuridico, dissolto, purtroppo, dai passi sbagliati degli Uomini.
Pertanto – conclude Falsetta -, l'invito è a porre la nostra "professionalità" e il nostro "alto senso" a servizio di questa "Legione", allo scopo di dare vita, insieme, ad un assemblaggio di caratura giuridica e morale, in grado di ridisegnare gli "assi portanti" di quella giurisdizione sociale a noi tanto cara".
Fonte:http://ildispaccio.it/calabria/57991-nasce-in-calabria-la-legione-templarii-culturae-federiciana-pacis-ed-disciplina


lunedì 17 novembre 2014

Chiesa dei Cappuccini - Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

foto della chiesa, immersa nel verde
La Chiesa, immersa nel verde della tipica vegetazione mediterranea  ( Foto O. Bonavita)
foto altare della chiesa dei cappuccini
La chiesa ed il convento ad esso annesso (distrutto nel 1984) furono fondati a Pozzo di Gotto nel 1623.
Interessanti le opere in essa custodite quali la "Vergine con Santi e San Giovannino", la "Madonna con San Felice" di Frate Umile da Messina, del 1666 (da altri attribuita a Fra' Feliciano da Messina), e la "Madonna delle Rose" (o dei Garofani, come la definisce il Bilardo), attribuita ad Alonso Rodriguez dal Crinò ed a Frate Feliciano da Messina dal Bilardo.
Il capolavoro contenuto in questa Chiesa è l'altare ligneo di grande pregio risalente al XVII sec. attribuito agli scultori dell'ordine cappuccino di Castelbuono Francesco Li Volsi e Domenico Diolosà.
Dopo la soppressione e la chiusura dei conventi, anche il convento dei Cappuccini fu adibito per molto tempo a carcere mandamentale.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu completamente abbandonato e giunse ad un tal punto di degrado che si preferì demolirlo anzichè restaurarlo, privando la stessa città di una delle più antiche testimonianze dell'ordine cappuccino nella provincia messinese.
Nella chiesa dei Cappuccini è custodita una delle più belle vare della processione di Pozzo di Gotto: "U Signuri 'a cascata". Nel 2007 la stradina d'accesso è stata arricchita da murales.
cartolina dell'antico convento
L'antico convento dei Cappuccini  e l'annessa chiesa in una cartolina, dei primi anni del novecento.  



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sabato 15 novembre 2014

Cosa visitare in Sicilia: i 10 posti che non puoi perderti

Vi assicuro che scegliere i 10 posti migliori da visitare in Sicilia è stata un’impresa titanica.  Avrei potuto fare una lista con almeno 100 posti da vedere assolutamente almeno una volta nella vita ma ho voluto mettere a dura prova la mia capacità di sintesi. Il mio invito è naturalmente quello di visitare ogni angolo della Sicilia. Troppe sono le meraviglie che si trovano su quest’isola. Vi esorto a vagare senza una meta ben precisa tra i vari paesini dell’Etna o dei Nebrodi oppure a costeggiare il mare da una punta all’altra dell’isola. Scoprirete un’infinità di meraviglie nascoste nei posti più impensabili e capirete perché è stato così difficile per me condensare tutto in 10 foto. Ogni angolo della Sicilia è magico. Ogni città merita almeno una visita; c’è sempre qualcosa di bello da scoprire. Se però siete troppo pigri o avete poco tempo a disposizione allora date uno sguardo alla mia “personalissima”  lista di cosa visitare in Sicilia.
Il nostro viaggio fotografico inizia da Palermo, il capoluogo dell’isola. Dopo essere stato un emirato arabo, la città fu scelta come sede dai re Normanni. A questo periodo risale la costruzione della Cappella Palatina, il più prezioso tesoro artistico di Palermo. La cappella si trova all’interno del Palazzo dei Normanniattuale sede dell’Assemblea Regionale Siciliana. Rappresenta l’esempio più elevato dal punto di vista storico-artistico, della convivenza tra culture, religioni e modi di pensare apparentemente inconciliabili. Rimarrete letteralmente a bocca aperta davanti ai favolosi mosaici bizantini e al soffitto in legno in stile arabo. Un capolavoro da non perdere per nessun motivo al mondo.
I Siciliani conoscono la Sicilia?
Cappella Palatina – Palermo
Nella parte orientale dell’isola si trova Siracusa che, a differenza di Palermo, gli arabi non li ha mai conosciuti. Qua siamo in piena Magna Grecia e ogni monumento ce lo ricorda prepotentemente. All’interno del Parco Archeologico della Neapolis si trova il Teatro Greco interamente scavato nella roccia bianca e lucente. In epoca greca gli spettacoli che si tenevano in questo teatro erano vissuti con intenso coinvolgimento da parte della popolazione. Ancora oggi l’INDA (Istituto Nazionale Dramma Antico) organizza spettacoli teatrali durante i mesi di Maggio e Giugno. Difficile spiegarvi a parole l’emozione che si prova ad assistere in un antico teatro greco ad una tragedia scritta da Eschilo, Aristofane, Sofocle o Euripide.
Cosa visitare in Sicilia
Rappresentazioni classiche al teatro greco – Siracusa
Il centro storico di Siracusa si trova su un’isoletta posta a pochi metri dalla terraferma e collegata ad essa da tre ponti. Sto parlando ovviamente di Ortigia, un vero e proprio museo a cielo aperto. Ogni viuzza, ogni piazza di questo quartiere meritano una visita ma il posto più incantevole è rappresentato da Piazza Duomo, l’antica acropoli della città greca. La piazza è stata ricostruita in stile barocco dopo il disastroso terremoto del 1693, ma, nonostante ciò, il Duomo ancora oggi mostra le sue origini greche. Il tetto della chiesa è retto da colonne greche chiaramente visibili anche dall’esterno.
Cosa visitare in Sicilia:
Piazza Duomo – Siracusa
Nella zona sud-est della Sicilia si trova Agrigento, nota per la Valle dei Templi. Se nel vostro itinerario non avete considerato questa tappa, fatelo. Non potete perdervi questa meraviglia, dichiarata dall’Unesco nel 1997 Patrimonio dell’Umanità. La Valle dei Templi di Agrigento racchiude uno dei più’ grandi tesori dell’architettura greca tutt’ora esistenti. I templi dorici, costruiti in tufo arenario, sono ancora oggi ottimamente conservati. Il colore dei templi passa dal giallo intenso al rosa durante il tramonto. Da Luglio a Settembre vengono organizzate anche visite notturne. Inutile dirvi che le sensazioni percepite e l’emozione vengono amplificate dall’oscurità.
Cosa visitare in Sicilia
Valle dei templi – Agrigento
A meno di 15 Km dalla Valle dei Templi si trova la Scala dei Turchi, una parete rocciosa che si erge a picco sul mare lungo la costa di Realmonte. La particolarità di questa scogliera è dovuta alla forma ondulata e al colore bianco intenso. Sembra di stare sopra un ghiacciaio in pieno Antartide e invece siete in una delle zone più calde della Sicilia. Il nome probabilmente deriva dal fatto che i pirati saraceni, definiti turchi dai siciliani pur essendo arabi, erano soliti approdare in questo posto per trovare riparo poiché la zona è meno battuta dai venti.
Cosa visitare in Sicilia
Scala dei turchi – Realmonte (Agrigento)
Quasi al centro della Sicilia si trova Caltagirone, cittadina barocca famosa soprattutto per le sue bellissime ceramiche prodotte da più di 1000 anni. Il punto più suggestivo della città è la Scalinata di Santa Maria del Monte dove potete acquistare le ceramiche più belle di tutta la Sicilia. Il panorama dalla cima della scalinata è mozzafiato.
Cosa visitare in Sicilia
Scalinata di Santa Maria del Monte – Caltagirone
Le saline di Trapani sono note fin dal periodo normanno. Durante il periodo spagnolo raggiunsero il massimo splendore ma dagli inizi del Novecento cominciò il declino, accentuato poi dalle due guerre mondiali. Alcune di queste saline producono sale ancora oggi ma la maggior parte rappresenta una piacevole attrazione turistica. Consiglio vivamente di visitarle poco prima del tramonto. Le saline si tingono di arancio e i riflessi del sole rendono questo panorama ancora più spettacolare.
Cosa visitare in Sicilia
Saline al tramonto – Trapani
Dal porto di Trapani è possibile raggiungere in meno di 30 minuti l’arcipelago delle Egadi. A Favignana,l’isola maggiore dell’arcipelago, si trova Cala Rossa. Il nome probabilmente è dovuto al sangue versato durante le guerre puniche. Non fatevi impressionare, le acque cristalline che bagnano questa bellissima baia presentano tutte le sfumature pensabili ed immaginabili di azzurro. I caraibi a due passi da casa.
Cosa visitare in Sicilia:
Cala Rossa – Favignana
Altro arcipelago altra meraviglia. Adesso siamo a Lampedusa, arcipelago delle Pelagie. Una perla incastonata nel Mediterraneo, più vicina all’Africa che all’Europa. Ma al 100% siciliana. Se dovessi scegliere tra Cala Rossa e l’Isola dei Conigli non saprei cosa fare. Una spiaggia da sogno gestita in maniera impeccabile da Legambiente.
Cosa visitare in Sicilia
Isola dei conigli – Lampedusa
Avete mai visto in tv qualche episodio del famoso Commissario Montalbano? La maggior parte delle scene vengono girate a Ragusa Iblaperla barocca della Sicilia Sud Orientale. Completamente ricostruita dopo il terremoto del 1693, Ibla è ancora oggi perfettamente conservata. Un insieme di viuzze, scalinate, chiese barocche e palazzi nobiliari da visitare senza meta e senza guardare l’orologio. Una visita notturna amplificherà ancora di più questo gioiello.
Cosa visitare in Sicilia
Ragusa Ibla

Fonte
http://ilovesicilies.altervista.org/cosa-visitare-in-sicilia/